Medici senza frontiere: mostra fotografica Francesco Zizola: Colombia "voci nascoste"
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"COLOMBIA, voci nascoste" Comunicato stampa
di Francesco Zizola
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mostra fotograficaischia dal 1 al 31 luglio.
 
 
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“Tutte le famiglie ne hanno sofferto. Una volta ho chiesto ai miei allievi, bambini di undici anni, quanti di loro avessero perso un famigliare durante la permanenza dei gruppi paramilitari. Su vent’otto bambini, ben venti mi hanno detto di aver avuto almeno un parente assassinato dai gruppi armati”. Insegnate di una comunità rurale,

Da oltre 40 anni in Colombia è in corso un conflitto in cui governo, paramilitari e guerriglia combattono sullo sfondo del narcotraffico e della lotta per il controllo delle abbondanti risorse naturali presenti nel paese. Nel corso degli ultimi anni tutti  i gruppi armati si sono resi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani, terrorizzando la popolazione civile sia nelle aree rurali che in quelle urbane.
Negli ultimi anni si sono registrati scarsi passi in avanti per ottenere un minimo rispetto del diritto internazionale umanitario, un cessate il fuoco duraturo o un’agenda valida per possibili negoziazioni.
Nel 2005 il presidente Alvaro Uribe ha cambiato la costituzione e per la prima volta nella storia del paese un presidente ha potuto ricandidarsi per un secondo mandato. Nel maggio 2006 Uribe è stato rieletto. Se parte delle popolarità di Uribe può essere attribuita ai risultati ottenuti nel pacificare i grossi centri urbani, lo stesso non vale per le zone rurali dove le violenze continuano.

La situazione umanitaria in Colombia rimane drammatica: tre milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case a causa del conflitto. Molti hanno trovato rifugio nei quartieri poveri ai margini delle grandi città, cercando l’anonimato tra le masse. La Colombia è il terzo paese su scala mondiale per un numero di sfollati interni subito dopo il Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. Il 75% degli sfollati è composto da donne e bambine.
La Colombia è inoltre il quarto paese al mondo per numero di mine antiuomo disseminate sul suo territorio.

Il contesto sanitario

In Colomba la violenza rimane il principale problema e il principale ostacolo al miglioramento della salute pubblica dei colombiani oltre a costituire la prima causa di mortalità.

Oltre il 22% dei 44 milioni di abitanti della Colombia si trova al di sotto della soglia della povertà: nove milioni di persone vivono con meno di un dollaro al giorno, ventiquattro milioni sopravvivono con circa due dollari al giorno.
Ci sono enormi differenze tra le grandi città e le zone rurali, le capite Bogotà ha un indice sviluppo umano pari a quello di Budapest mentre nel dipartimento del Chocò, sulla costa pacifica, gli stessi indicatori sono uguali a quelle delle zone desertiche del Kenya.

Meno della metà della popolazione ha accesso alle cure di base, mentre il 15% non ha accesso all’acqua potabile; 1,2 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni sono costretti ai lavor4i forzati; 40mila persone, esclusi gli incidenti d’auto, muoiono ogni anno per cause naturali e l’87% di queste morti sono dovute alla violenza urbana. Il tasso di omicidi è stato pari a circa 60 ogni 100.000 di episodi di violenza, ce ne sono molte altre che sopravvivono a stento all’esperienza, spesso oppresse da una gamma di problemi fisici e mentali.

I problemi sanitari legati alla salute sessuale e riproduttiva (malattie sessualmente trasmissibili, complicazioni o gravidanze indesiderate, interruzioni di gravidanza) sono la causa principale della mortalità tra le giovani donne, mentre per gli uomini la prima causa di morte è la violenza. Le malattie sessualmente trasmissibili sono comuni e altamente sottostimate nei bambini e negli adolescenti.
Il riemergere di malattie infettive a causa della guerra civile degli spostamenti di popolazione e della povertà sono i maggiori problemi di salute pubblica.

All’interno delle aree di conflitto alle cure è sempre più difficile poiché il personale medico è stato vittima di sparizioni forzate, di omicidi o minacciato di morta da parte dei gruppi armati. Tutto questo si traduce in un accesso minimo alle cure per larga parte della popolazione.

 

 

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I progetti MSF in Colombia
Medici Senza Frontiere opera in Colombia dal 1985 per portare cure mediche di base alla popolazione nelle zone colpite dal conflitto o da epidemie e catastrofi naturali.  MSF oggi lavora nei dipartimenti di Arauca, Buenaventura, Tolima, Narino, Caquetà, Cauca, Putumayo, Chocò, Ationquia, Sucre, Norte de Santander, Bolivar e Cordona.
 Nelle zone rurali MSF lavora soprattutto attraverso il sistema delle brigadas, equipe multidisciplinari composte da personale colombiano e internazionale che si recano direttamente nelle aree più remote dove la popolazione civile vive intrappolata nel conflitto. Le conseguenze sono devastanti: spostamenti forzati, violazioni dei diritti umani ma anche mancato accesso alle cure, traumi psicologici, interruzione nei servizi di base come acqua o elettricità. MSF cerca di garantire una presenza umanitaria in prossimità alle comunità più colpite dal conflitto armato.

I servizi offerti da MSF sono totalmente gratuiti e comprendono cure mediche di base, appoggio psicologico, campagne  di vaccinazione, programmi di salute sessuale e riproduttiva e di potabilizzazione delle acque.
MSF lavora inoltre in alcune zone urbane dove si registrano le concentrazioni maggiori di popolazione desplazada (sfollata) o di persone in situazioni vulnerabili. In entrambi i casi si tratta di esclusi dal sistema di salute pubblica ai quali MSF intende cos’ garantire un accesso alle cure.

 

MSF nel dipartimento del Chocò

Nel dipartimento di Chocò, MSF lavora a Quibdò, città di 120mila abitanti che sorge nel mezzo della foresta pluviale colombiana. Il Chocò è il dipartimento più povero della Colombia e particolarmente isolato non solo a causa della sua posizione geografica ma anche per il conflitto.
In Chocò la mortalità materno infantile è 5 volte più alta che nel resto del Paese per questo MSF ha incentrato le sue attività sulla salute sessuale e riproduttiva e sulla salute della donna con particolare attenzione  alle cure pre e post parto.
MSF opera il reparto maternità degli  ospedali di San Francisco Regional e Ismael Roldan e attraverso le brigadas, equipe multidisciplinari mobili, MSF porta assistenza sanitaria direttamente nei quartieri più poveri della città dove migliaia di persone vivono in una situazione di povertà estrema e di esclusione sociale. Gran parte dei pazienti sono persone desplazadas, cioè che hanno dovuto abbandonare le loro case e le loro città a causa del conflitto.

Particolare attenzione viene data alle vittime di violenza sessuale. MSF offre assistenza medica e psicologica a tutte le vittime  di questo tipo di violenza sia essa domestica, spesso intrafamiliare, o legata direttamente al conflitto.
Dal 2006 il programma è stato esteso all’area rurale della regione meridionale nel Chocò, dove vivono popolazioni prevalentemente indigene, precisamente  lungo il fiume di San Juan. Qui l’assistenza sanitaria è quasi inesistente a causa ella totale mancanza di strutture e di personale sanitario. MSF ha avviato un programma di accesso alle cure primarie. L’area è completamente circondata dalla foresta per questo gli spostamenti dell’equipe medica avvengono a bordo di una piroga

 


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