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Sabato 13 giugno 2015
ore 18.30
Inaugurazione della mostra fotografica
A., 37 anni, rifugiato sudanese sbarcato in Sicilia
L’erba. La polvere. Il fango. L’acqua del mare. Su queste scarpe c’è tutto. Le indossavo i giorni dell’università, quando studiavo e passavo i pomeriggi nel prato del campus. Erba. Le indossavo quell’estate, quando per mantenermi agli studi ho accettato un lavoro come mercante …. Mi hanno messo in prigione con l’accusa di collaborazionismo. La cella veniva allagata ogni giorno, ho vissuto due settimane nel fango. Mi hanno torturato per farmi dire cose di cui non sapevo nulla. Quando sono uscito dalla prigione un centro medico di MSF mi ha curato …. Sono scappato in Egitto. Ma anche lì non ero al sicuro. Come rifugiato in quel paese non avevo nessuna protezione ….. Ho preso una barca, ho attraversato il mediterraneo e ho raggiunto l’Italia. L’acqua del mare. Adesso mi chiedo: dove mi porteranno ancora queste scarpe?
Q. , 18 anni, rifugiato palestinese sbarcato in Sicilia
Dieci giorni in mare non sono poi molti. Eppure sono sembrati tanti di più. Non si vedeva terra, non sapevamo quando saremmo arrivati. Avevamo sentito dire di altre barche che erano affondate. Io e mio fratello ci tenevamo vicini Io e mio fratello ci tenevamo vicini. ma avevamo paura di non arrivare mai. È per lui che sono partito. Ha sedici anni, due meno di me ed è ancora sano. Gaza è un posto pericoloso dove crescere …. Quando siamo stati soccorsi in mare ho capito che il peggio era passato. Quando siamo sbarcati e abbiamo visto un centro medico con l’insegna di MSF mi sono sentito a casa e ho pensato: sì, ce l’abbiamo fatta!
Reading di testimonianze di migranti raccolte da MSF
legge
Rosanna Nocera
Ingresso gratuito
Passate collaborazioni dei Giardini Ravino con MSF:
La mostra fotografica del 2009
Photo gallery mostra di Zizola "Colombia" 2009
READING "Non tornero' col dubbio e con il vuoto" - 2010
La mostra fotografica del 2011 Volti di Donne dalle Crisi umanitarie
La mostra Fotografica del 2012: "Il CIbo Non Basta"
Mostra del 2014 "Ritratti" mostra del 2014 |
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“Sono milioni i passi delle persone che fuggono, come sono milioni i passi che vanno fatti verso di loro perché non siano soli.
Io, l’operatore che arriva da fuori, da un altro continente, ho sempre creduto che parlando lingue diverse sarebbe stato impossibile ascoltare le loro storie e capirle fino in fondo. Storie di traumi e di violenza, esperienze lontanissime Loro chiudono gli occhi e mi raccontano di chi le ha violentate, della bomba che li ha costretti a correre per ore, dell’onda d’acqua che in un attimo gli ha portato via tutto e alle volte tutti. Della fame che gli divora i figli. Dell'odore bruciante nella pancia del barcone. Sono dolori che non si cancellano ma che io sono lì per accompagnare, perché va fatto e perché io lo voglio fare. Ci parliamo con un sorriso, una mano aperta o le braccia alzate a condividere che spiegarci il perché non è possibile ma siamo lì insieme e insieme faremo un po’ di strada per far ripartire una storia, una vita diversa, questa volta senza la paura e senza scappare”.
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